La maratona di Lindsey e l’arrivo di Finn

Ci sono voluti 7 anni di matrimonio, innumerevoli giorni passati a chiederci cosa non andava (e ricevere discordanti risultati dai vari dottori), 3 cani e 22 ore in una lunghissima giornata per incontrare finalmente nostro figlio, Finn Davide Olgiati:

Posing together

E’ arrivato il 21 Giugno alle 22:06, l’esatta data pronosticata dal ginecologo di Lindsey intorno a Novembre.

Probabilmente ha deciso di cercare un compromesso tra le due famiglie: sempre in ritardo (i suoi due cugini sono nati  7 e 10 giorni piu’ tardi) la famiglia di Lindsey, sempre in anticipo io.

E’ stata una giornata lunghissima. Dopo avere salutato i cani alle 3 di notte, una volta che le contrazioni di Lindsey avevano raggiunto il livello di guardia.
Lindsey aveva deciso di avere il parto a Genesis Clinic, una clinica privata dove i suoi nipotini erano nati negli anni precedenti (Campbell nel 2012 e Callum nel 2015).

Mamma and son

Finn Davide Olgiati

Rispetto all’ospedale, la scelta fatta da Lindsey era molto meglio: per 3 giorni (2 dopo il parto) potevamo stare insieme in una stanza a livello di alberghi decenti, con un letto matrimoniale, bagno privato, colazione/pranzo/cena compresi nel prezzo e continue visite delle ostetriche (pagato alla fine dalla carissima assicurazione medica privata, praticamente obbligatoria qui in Sudafrica).

Alla fine il dottore ,durante il parto, avvenuto in maniera naturale (il bimbo esce quando e’ pronto) non l’abbiamo mai visto, nonostante fosse pronto per un eventuale cesareo d’emergenza. Finn doveva uscire nella vasca predisposta nella stanza, ma Lindsey, dopo ore e ore di spinta, non ne aveva piu’ le forze e alla fine il parto e’ avvenuto sul letto, assistito da due ostetriche.

With his first toy

Io ero li’ con lei e ho visto tutto, incluso l’arrivo di Finn su questo mondo, unzippandosi di fronte a me dopo avere dato addio all’airbnb che l’aveva accolto nei precedenti 9 mesi.

Sinceramente non so in futuro se aggiornero’ ancora questo sito.

L’arrivo di Finn ha marcato in maniera indelibile un capitolo della mia vita, e il corrente capitolo, iniziato nel 2007 con l’arrivo in Sudafrica, appartiene ormai al passato. Continuero’ a fare sport, a tornare in Italia quando posso, e ad osservare la vita Sudafricana, ma adesso il mio presente appartiene a mio figlio (e al resto della famiglia, moglie e cani inclusi).

Ecco qui qualche foto del lunghissimo 21 Giugno (tranne quelle in cui si vedeva un po’ di tutto):

The long day starts...

Discussing the attack plan with our midwife Esther

Some checkups

Walk in the park to relax

Contractions are getting heavier

Trying to nap with Lindsey

Almost there...

Filling the bath for the water birth

Filling the bath for the water birth

Well, we are ready to push

Pain is quite high

Finn is safely out 22 hours later

With my son, Finn

Nel frattempo potete trovare le foto dell’intera giornata qui: https://www.flickr.com/photos/olafmeister/sets/72157670442090175

Comrades, e sono due

Se l’anno scorso la gara mi aveva praticamente ucciso, riducendomi a camminare per quasi 20km (in salita), tra crampi e dolori vari, stavolta io e il mio compare di avventure (Andy) eravamo pronti. Basta guardare la foto ufficiale dell’arrivo, dove entrambi, dopo 90km di corsa, avevamo ancora la forza di scattare:

The final stretch in the stadium

Scattando all’arrivo

Era ormai dallo scorso Ottobre che avevamo iniziato ad allenarci, correndo meno ma meglio, e perdendo numerosi chili durante gli ultimi mesi. Alla fine la combinazione di allenamenti intelligenti, dieta e yoga (mi sono ridotto a fare una volta alla settimana Bykram Yoga per riacquistare un po’ di elasticita’ a muscoli rovinati da anni di sport senza mai fermarmi) mi ha decisamente aiutato nell’impresa di correre 90km e non avere troppi problemi il giorno dopo.

Saying goodbye for a weekend

Bye bye, ci vediamo tra 3 giorni

Senza le rispettive mogli (Lindsey era rimasta a casa, incinta di 8 mesi, mentre Kirsten rimaneva con Campbell), partivamo di sabato mattina e arrivavamo poche ore dopo a Pietermaritzburg (un buco di citta’, famoso soltanto per essere la sede della prima partenza ufficiale della Comrades nel 1921).
Come tutti gli anni pari (e a differenza dello scorso anno), la gara partiva sull’altopiano per poi, dopo 90 km di discesa, arrivare sull’oceano nello stadio di Durban.  Una downrun insomma.

Posing with the dude who invented the Comrades (dead)

In posa col creatore della Comrades

This year's motto

Il motto di questa edizione: “ti rendera’ umile”

Ritirato il numero e passata la serata a dormire a casa dei gentili padroni dell’ostello che avevamo prenotato (ma non aveva posti per noi!), dopo avere preparato tutto per la corsa, dormivamo giusto 6/7 ore per svegliarci il giorno dopo alle 4.30 e presentarci ai blocchi di partenza per le 5.30.

The kits are out

Tutto pronto per la gara!

Sin dall’inizio della gara (lunghissima, 90km non sono per tutti), Andy e io decidavamo di correre ad un ritmo molto piu’ lento del solito (intorno ai 6.10/6.20 al km), tentando di conservare energie per la seconda parte, dove le numerosi discese fino all’oceano ci avrebbero aiutato a compensare l’eventuale crollo fisico.

Almost time for the start

Quasi pronti per la partenza

E cosi’, per 90km (e per la prima volta), siamo riusciti ad attenerci al piano di battaglia, rallentando per bere e mangiare (evitando coca cola, sempre numerosa…) alle stazioni di rifornimento ad ogni 2 km, camminando per sciogliere un po’ i muscoli prima di avere crampi (nessuno dei due ha avuto problemi in quel reparto), e tentando di stare piu’ sciolti possibili durante le lunghissime discese, dove di solito avvengono i peggiori infortuni.

Looking strong

Senza problemi

Almost done

L’ultimo miglio

After 90km, I deserve a smile

Anche quest’anno ce l’abbiamo fatta

Se l’anno scorso ci eravamo praticamente trascinati fino all’arrivo con soli 45 minuti disponibili prima del crudele taglio, questa volta, complice la gara in discesa e la forma migliore di entrambi, ci presentavamo davanti alla telecamere della televisione di stato (la SABC, praticamente la RAI locale) in un ottimo 9 ore e 36 minuti (il vincitore era gia’ arrivato 4 ore prima, con il nuovo record!

Lindsey e il resto della famiglia riusciva addirittura a vederci in TV dove riuscivamo ad ottenere i nostri 5 secondi di gloria (appena riesco a digitalizzare il video lo metto online)

Back to back medals!

Le due medaglie conquistate dopo quasi 10 ore di corsa

Il giorno dopo, con le nostre due medaglie al collo (una di bronzo, per quelli che completavano la gara sotto le 11 ore, e una speciale per chi ne completava due di fila), salivamo sull’autobus e tornavamo a casa, dopo un viaggio di 7 ore passato in compagnia di altri corridori troppo stremati per parlare…

I dettagli della gara li trovate qui: https://connect.garmin.com/modern/activity/1191425656

Tutte le foto invece sono qui: https://www.flickr.com/photos/olafmeister/albums/72157668731251710

 

Preparare la casa prima dell’arrivo della nuova generazione – 2/2

Se mettere a posto il giardino non era stato un problema, il progetto di Lindsey, inspirato dai programmi di home renovation televisivi che le piacciono cosi’ tanto e dalla frase “buttiamo giu’ quel muro”, si era rivelato leggermente piu’ complicato, costoso e lungo rispetto alla stima iniziale.

Ma lasciamo parlare le immagini: (accumulate durante un periodo di 2 mesi e mezzo…)

Kitchen renovation: before

Kitchen renovation: spending the night emptying it

Kitchen renovation: the start of the works

Kitchen renovation: no more kitchen

Kitchen renovation: opening it up

Kitchen renovation: view from the kitchen

Kitchen renovation: Lindsey checks the progress

Kitchen renovation: time to work on the floor tiles

Kitchen renovation: dogs are now used to the space

Kitchen renovation: a pregnant Lindsey and the puppies

Kitchen renovation: the designer installing the cupboards

Kitchen renovation: all in!

Kitchen renovation: cutting the quartz tops

Kitchen renovation: almost ready

Kitchen renovation: view by night

Kitchen renovation: some final details

Kitchen renovation: after

Kitchen renovation: ready to be used

Kitchen renovation: view from the kitchen

Kitchen renovation: some changes in living room as well

Preparare la casa prima dell’arrivo della nuova generazione – 1/2

Ormai manca meno di un mese all’arrivo di nostro figlio.

Negli ultimi mesi abbiamo deciso di rimettere a posto la casa, decidendo di smettere di rimandare tutti i lavori che da anni volevamo fare. La pessima idea di provare a farlo dopo la nascita ci ha incoraggiato ad aprire portafoglio e iniziare uno sbattimento generale che sta lentamente cominciando a terminare.

Cosi’, nello spazio di pochi mesi siamo passati da lavoretti facili:

Outdoor renovation before

L’area barbecue prima

Outdoor renovation after

L’area barbecue dopo

Ad altri tipo riparare la superficie della piscina, ormai rovinata da anni (giusto in tempo per organizzare il 18esimo compleanno di Kaitlin, la figlia della cugina di Lindsey con cui abbiamo passato qualche settimana in Italia nel 2013, a casa nostra)

Pool surface before

Resurfacing the pool

Pool surface after

Just in time for a party!

Youngsters partying at my house

Piscina messa a posto giusto in tempo per il 18esimo di Kaitlin (ultima a destra)

Nel frattempo mi ero anche rifatto l’orticello , giunto alla version 4.0 (da qualche anno in disuso visto che la posizione precendente del 2011 creava problemi alle mura di casa)

New vegetable garden

The vegetable garden 2 months later

Finalmente un po’ di ortaggi…

E fino a qui i cambiamenti sarebbero stati anche abbastanza semplici, fino a quando, a fine Febbraio, Lindsey decide che e’ tempo di abbattere un muro e aprire la cucina…

L’ultima vacanza prima dell’arrivo del nuovo Olgiati

Ormai stiamo arrivando a destinazione. Tra poco meno di 2 mesi (intorno al 19-20 Giugno) dovrebbe essere introdotto al mondo nostro figlio. Nel frattempo, col calendario sportivo ormai indirizzato verso la mia seconda Comrades, ho deciso di portare via Lindsey (e i cani, naturalmente) sulle colline del Magaliesberg per uno degli ultimi weekend tranquilli prima di Giugno.

Weekend at Stone Hill
Tramonto a Stone Hill

Come al solito, l’esperienza a Stone Hill (uno dei miei posti preferiti) e’ stata magnifica. Io, Lindsey, Poppy Seed (nome temporaneo del futuro neonato) e i nostri tre cagnoni immersi nella natura (a soli 30 minuti da casa…) e con nessuno intorno, con la casa lasciato dietro ancora da pulire – ma almeno la cucina e’ finita – e il futuro ancora da contemplare.

Weekend at Stone Hill
In giro a Stone Hill

Weekend at Stone Hill
Lindsey finalmente in grado di bilanciare il cibo sulla panza

Weekend at Stone Hill
Foto di famiglia, cani + Poppy Seed

Weekend at Stone Hill
Tutti insieme

Weekend at Stone Hill
Piccola piscina per i cani

Weekend at Stone Hill
Al tramonto